La TERAPIA POLIVAGALE è un nuovo metodo da me brevettato che permette nell’ambito di sessioni individuali o in gruppi terapeutici e di formazione, di affrontare in modo efficace e con una tempistica più rapida, i traumi, emozioni bloccate, gli stadi più acuti di ansia, depressione, dipendenze, problematiche affettive e relazionali e tutto l’ampio spettro dei disturbi psicosomatici cronici e degenerativi.

Oltre che in ambito terapeutico la Terapia Polivagale è un percorso elettivo anche per il potenziamento e la massimizzazione dei risultati dei professionisti e degli sportivi d’élite.

Come le ricerche sulle neuroscienze ci stanno ampiamente dimostrando, il corpo rappresenta “la via regia per l’inconscio” e per le innumerevoli potenzialità di cambiamento ed evoluzione dell’essere umano. 

Incontro spesso dei pazienti che presentano delle recidive come nei casi di: traumi e perdite di diversa natura, quali abusi, lutti, catastrofi naturali o falle educative e relazionali; tali recidive sono ora affrontate con l’applicazione della TERAPIA POLIVAGALE che plasma la neuropsicofisiologia del paziente a supportando e potenziando anche lavori psicoterapici o farmacoterapici pregressi.

La Terapia si esplica in quattro fasi di intervento terapeutico:

1. Preparatoria: rafforzamento delle risorse psicofisiche e desensibilizzazione ed elaborazione neurofisiologica

Le tecniche Psicofisiologiche Cliniche Integrate agiscono sull’ assetto posturale emotivo ed immaginativo della persona.

La P.N.L. (Programmazione Neurolinguistica) predispone la persona in un nuovo assetto mentale.

Le EMDR nella fase preparatoria compiono un efficace desensibilizzazione neurofisiologica degli episodi traumatici mappati nella rete neurale del paziente.

L ’Ipnosi verbale e non verbale disinnesca loop mentali inconsci, potenziando e aumentando il senso di autoefficacia del paziente.

2. Induttiva: induzione allo stato di trance e al tremore

Il Metodo T.R.E., Tension and Trauma Realeasing Exercises, rappresenta un fondamentale tassello per agire a livello corporeo in modo ancor più viscerale. Il metodo T.R.E. si ispira alla Bioenergetica e ad altre pratiche di bodywork che, attraverso esercizi muscolari, evocano nel corpo un tremore neurogeno (fase di induzione al tremore neurogeno); tale tremore è volto al rilascio delle tensioni accumulate nel corpo che rappresentano una delle cause principali nel mantenimento della sintomatologia PTSD.

3. Elaborazione: crisi polivagale

Dopo la fase dell’evocazione al tremore neurogeno segue la fase di induzione alla Crisi Polivagale; dal greco: krisis scelta, da krino distinguere; il significato etimologico della parola crisi ci svela la sua accezione benefica di opportunità, di scelta, di discernimento.

Arrivare alla crisi vuol dire accedere alla Blackbox del paziente, ovvero quello spazio di memoria secretato nel corpo il cui rilevamento non solo restituisce informazioni importanti alla persona, ma le rende giustizia di quanto non è riuscita a fare nel momento o periodo traumatico, dandole la seconda chance di reagire ed elaborare in automatico tutto quel materiale di immagini, sensazioni e frammenti di memoria.

4. Fissazione neurale: luce

La fase conclusiva della TERAPIA POLIVAGALE, quella della fissazione neurale, prevede il fissaggio dei risultati ottenuti durante il processo attraverso l’utilizzo della luce. La luce a basso voltaggio secondo i più recenti studi della optogenetica del Professor Susumu Tonegawa, biologo giapponese (Premio Nobel per la medicina nel 1987), ha un effetto positivo, predisponente e stabilizzante del cambiamento.

La TERAPIA POLIVAGALE arriva al core del trauma facendo “dialogare il corpo” attraverso i movimenti e i canali non verbali. Ecco perché durante la crisi esorto il paziente ad esprimersi a livello motorio e ciò attiva anche la mimica e i vocalizzi senza l’utilizzo delle parole. Bisogna “far parlare il trauma” con il suo stesso linguaggio, con ciò che lo ha generato: corpo, gesti, il contatto e la sua assenza. 

La potenza e bellezza di questo tipo di intervento sta nella possibilità tutta corporea, direbbe qualcuno osservando dall’esterno, di esprimere e riscrivere attraverso il movimento. In realtà la crisi è una fase di forte attivazione neurofisiopsicologica in cui tutti i sistemi dell’individuo agiscono integrandosi in un concerto armonico.

Definisco la Crisi Polivagale un vero e proprio reset neuropsicofisiologico, poiché attraverso l’espressione delle emozioni sigillate nel corpo l’unità psicofisica ridefinisce se stessa a partire dalla generazione di nuovi circuiti neuronali nel sistema nervoso centrale e periferico, sempre attraverso il tremore neurogeno e i movimenti emotivi generati dalle memorie procedurali del paziente. 

Nel tempo, grazie a questo intenso lavoro quotidiano con i pazienti, sono sempre più convinta che la fusione di queste diverse metodiche abbia forgiato un percorso terapeutico che fino ad oggi ha prodotto incredibili, rapidi e duraturi risultati, sia nelle terapie individuali che nei gruppi terapeutici.